Kodak Color, 2014
La fotografia come mezzo per dare o togliere identità ad un vestito, e al suo corpo. Vedere un corpo come uno straccio, e lo straccio come inseparabilmente legato al suo contenuto. Capire come diversamente accolgano spazi, come il loro peso, ben lontano dall’assomigliarsi, lasci una traccia. Su un divano, come in una vita. Utilizziamo vestiti, accessori e tatuaggi per dare voce, carattere e tono al nostro corpo. Arrivando a coprire, per esprimere. Utilizzando il corpo come un vestito, l’abito si appresta a diventare un estensione dello stesso, caricando di esteriorità anche la pelle; Debole pellicola a contenerci, equazione di geni, cibo, temperatura, fumo, carezze. Il senso dell’imbarazzo di sentirsi spogli si erotizza davanti agli altri, rivestendosi a sua volta di estetica e convenzioni fin troppo nitide per esser personali. L’intimità del nudo rimane quindi nascosta nel suo contenuto, la sua complessità nel numero di cambiamenti in esso contenuti. Abbiamo sentito l’esigenza di mettere sullo stesso piano vestiti e corpo per arrivare a dare all’anima una dignità maggiore. Vestiti di corpo e anima. Vestiti che a volte sanno parlare, e con meno facilità rispondere.
Queste immagini sono nate dalla collaborazione con la Fotografa romana Emanuela Laurenti.